POST RIDONDANTE. ARGOMENTO GIà AFFRONTATO PIù VOLTE.
Va bene, scrivo.
Scrivo di Domenica, perchè anche questa settimana sono stata brava e non ho comprato nulla.
Non so se verrà fuori qualcosa di molto lungo, ma sicuramente il post di oggi sarà confusionario come tutte le volte in cui parlo di me, degli altri e dei rapporti interpersonali.
Ho sempre avuto tantissimi conoscenti e un bel po' d'amici, e come tutti ho fatto degli errori, e i miei amici hanno fatto degli errori con me. In amicizia bisogna perdonare e mettere da parte l'orgoglio, ed io ho sempre accettato di buon grado queste regole non scritte, perchè le trovo utili ai fini di una convivenza pacifica tra persone che si vogliono bene.
Proprio grazie alle seconde possibilità, date e ricevute, le vere amicizie che sono finite nella mia vita non sono state tantissime, ma quelle che ci sono state si sono sentite.
Alle medie c'era la mia migliore amica, Simona detta Zapat, e ancora adesso penso al nostro litigio finale, quello in cui abbiamo smesso anche solo di salutarci.
Ai superiori... credo di non aver perso amicizie in quel periodo, perchè tutto sommato, il massimo è stato allontanarci, non perderci con litigi e discussioni varie.
Ai tempi dell'università c'era Barbara. Con Barbara fui un'imbecille, perchè mi misi col suo ex storico ragazzo. Sì, l'aveva lasciato lei un anno prima, e l'aveva spinto lei a uscire con me, ma ciò non significa che io mi sia comportata bene. Ma non avevo mai avuto un ragazzo e non mi rendevo conto di quanto grave fosse la cosa o di quanto gli ex fossero off limits, almeno per me
adesso. E così il danno fu fatto. Litigammo dopo però, quando io ebbi il famoso litigio feroce con un'amica in comune, ma non posso davvero credere che la nosra allora splendida amicizia sia finita per un litigio con un'altra amica e non per la motivazione principale del tradimento da parte mia. Perchè adesso lo vedo proprio come un tradimento.
Insomma, anche lei mi disse di non voler essere più neanche salutata da me, e adesso, ogni volta che la vedo devo girarmi dall'altro lato, perchè ovviamente se gli occhi s'incrociano, con che coraggio potremmo non dirci "ciao"?
Poi ci fu un litigio davvero brutto con Claudia (non Gladis!), e fu lì che io cambiai. Posso dire davvero di essere cambiata da quell'anno sabbatico che lei si prese da me.
Quando Claudia smise di parlarmi, mi vennero proprio delle crisi. Ero convinta che non mi avrebbe mai più parlato, nonostante le mie scuse ripetute. Poi un giorno mi contattò sul web confidandosi di nuovo, direttamente e senza rimproverarmi, e mi diede una seconda possibilità che ho davvero apprezzato.
Ultimamente ho avuto un'altra delusione, e come le precedenti, mi fa riflettere molto. Non sono ferite che si richiudono queste, perchè se penso ancora a Zapat dopo 12 anni, figurarsi come sto pensando alle recenti amicizie sfumate.
Quando ho conosciuto Ingrid, mia moglie, mi sono stupita del suo modo di vivere l'amicizia. Io le raccontavo dei pettegolezzi, delle frecciatine e delle acidità che io e le mie amiche ci scambiavamo, e lei è rimasta sconvolta. Mi ha mostrato un mondo in cui non esiste il parlare male degli amici, il giudicare le loro scelte e cose simili. Non ci potevo credere. E' stata lei che mi ha insegnato cosa vuol dire esserci per una persona, sempre e comunque.
Lei c'era quando l'ho chiamata disperatamente nel momento in cui ho scoperto che l'ex aveva un'altra (per cinque o sei ore al telefono, non con un sms, aggiungerei), c'era quando è morto mio nonno, c'era quando le lacrime scendevano a tutte e due sentendo i fuochi d'artificio e c'era sempre e basta. Al telefono, mi ha mostrato una presenza ben più forte di chi era accanto a me. Una spalla sincera, forte, dolce e affettuosa su cui poggiarmi.
Ha gioito con me quando ero felice e ha pianto con me quando ero triste, ed è così... empatica.
No, non ho litigato con lei. Ci mancherebbe altro!
Adesso ci sentiamo molto meno di prima, ma le nostre vite sono cambiate, per cui nulla di grave.
L'unica amica di Catania con cui mi sento pienamente a mio agio e di cui riconosco l'essere una tomba, è Lorena. Mi sono sempre fidata ciecamente di lei, e credo sia l'unica delle mie amiche con cui anche io mi sia comportata da tomba, senza dire mai una mezza parole in più.
Questo discorsetto, era per introdurvi l'argomento amicizia che ho sempre vissuto. Le mie amiche da una vita non mi hanno mai abbandonata nel momento del bisogno, e spero di aver fatto anch'io lo stesso con loro, ma siamo cresciute con l'idea che dato che sparleremmo comunque, tanto vale criticarci anche di faccia. Tranne Ingrid e Lorena, effettivamente non conosco nessuno che non dica ogni tanto qualcosa di brutto su un'altra persona non presente. Per cui io sono a favore del criticarci di faccia, ma non del farlo alle spalle.
Ma cavolo, è impossibile dare un parere senza cadere nel giudizio, non credete?
Ecco, io dal litigio con Claudia ho capito che i termini da usare, se devono essere usati anche quando la persona interessata non c'è, devono essere gli stessi.
Se dico a Tizio che è cretino e il discorso viene fuori anche quando Tizio non c'è, devo usare solo quel termine e non qualcosa di più pesante.
Se una persona vi racconta qualcosa che non approvate, già dicendo educatamente che voi la pensate diversamente, non state forse pensando che il suo pensiero è sbagliato e il vostro è giusto? E non significa già questo giudicare?
Inoltre, quando sento qualcuno parlare male delle persone che non ci sono, ascolto ma dico la mia in maniera civile. Non posso mica alzarmi e andare nell'altra stanza finchè non la si smette. Solo che poi nessuno si ricorda che io ho mantenuto un atteggiamento civile, e verrò messa anche io nel calderone delle sparlatrici.
Specifico che parlo di amici, non di conoscenti. Sui conoscenti sono anche io pettegolona e mi sbizzarrisco con pareri non richiesti. E' un errore sicuramente, ma ognuno ha i propri limiti e con un po' di serietà in più riuscirò a non commetterlo più.
Qual è il mio problema? Qui si dice fatti a nomina e vo cucchiti, che vorrebbe dire: "Dopo che ti sei fatto la nomina, puoi viver di rendita". Io sono conosciuta come la pettegola da una decina d'anni, e nessun cambio d'atteggiamento ha fatto cambiare idea alle persone, per cui ogni volta che mi mostro civile, gli altri si mettono a rigirare merda ricordandomi che cinque anni fa sparlavo, che dieci anni fa ho detto quello, che tre anni fa ho deto quest'altro... sì, bravi! Clap clap. Peccato che adesso non sia più così.
Posso comunque pensare che tanto tra cinque mesi cambierò città, ma i pochi amici che ho a Londra, sono amici "vecchi", quindi anche loro conoscono la mia cattiva reputazione come amica.
Tornando all'argomento litigi, ho capito una cosa. Io ho commesso degli sbagli, ma nonostante abbia sempre pensato che le seconde possibilità siano la vita, mi sono resa conto che forse l'errore più grande è stato proprio questo: dare agli altri una seconda possibilità.
Quando qualcuno mi ha buttato merda in faccia, avrei dovuto farlo anche io al posto di perdonare.
Perdonare, certe volte significa dare il permesso all'altro di ricommettere l'errore, e così è sempre stato.
Tutte le volte in cui ho dato una seconda possibilità a qualcuno, ho ottenuto solo merda. Sempre e solo merda.
Si pretende tanto la sincerità, ma quando uno è sincero davvero, gli viene detto che i discorsi andrebbero farciti con un po' d'ipocrisia altrimenti fanno male.
La sincerità fa male, l'ipocrisia no.
Se penso di te che fai schifo e ti dico che "non apprezzo un tuo comportamento", non sono educata, sono ipocrita. Non si tratta di sinonimi, si tratta di cose diverse.
Se penso di te che sei stupido, non posso dirti che mi sono spiegata male io, perchè sarei un'ipocrita.
Se poi vieni a scoprire da terzi che io ti ho detto una cosa ma ne pensavo un'altra che succede?
Le cose si dicono in faccia, sempre, soprattutto in amicizia e in amore.
Ci tengo a specificare che comunque ho sempre mantenuto toni civili ed educati, non ho mai usato termini volgari ed esagerati, non sono una di quelle che gridano come ossesse e che si sbizzarriscono con discussioni cafone. Ho sempre detto la verità, cruda ma pur sempre verità.
La verità fa male, ed io resterò senza amici ma almeno non sarò falsa e ipocrita.
Le persone non cambiano, per cui forse le seconde possibilità sono inutili.
O meglio, possibile che io sia l'unica persona che conosco che ha sfruttato al meglio le seconde possibilità?
Non per peccare di presunzione, ma almeno io dai miei errori imparo qualcosa!
Non sono una santa, assolutamente, ma ho una dignità che nessuna frase di circostanza mi farà buttare via.
Nessun sorrisino mi impedirà di capire cosa c'è sotto.
Guardare una persona negli occhi fa capire tante cose.
E comunque odio tutto.